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In vista delle vacanze estive, magari all’estero e in località esotiche, spesso può succedere di portare a casa un ricordo delle vacanze, ad esempio una pianta o un animale, per metterli in giardino. Agendo così, senza alcun controllo, si rischia però di introdurre un inquilino potenzialmente pericoloso, in grado di scatenare una proliferazione di specie esotiche, con effetti devastanti sull'ecosistema locale.
In più gli aumenti sia degli scambi commerciali che dei trasporti internazionali favoriscono i trasferimenti fortuiti di specie non indigene, trasportate a bordo di autocarri, treni o ancora nelle acque di zavorra delle navi e ad oggi in Europa si contano oltre 11000 specie non indigene, ossia animali, piante e microrganismi che sono riusciti a stabilirsi in un nuovo habitat, rivelandosi una minaccia per le specie autoctone.
Il fenomeno è talmente rilevante che è stato stilato un elenco delle 100 specie più invasive all'interno di un progetto più ampio chiamato Global Invasive Species Databases (GISD). Si tratta di quelle piante e animali che producono un grave impatto sull'ecosistema e sulle attività umane e creano una seria minaccia per il sistema biologico.
L'UE ha quindi deciso di intervenire per impedire questo potenziale danno ambientale nel proprio territorio e per proteggere la biodiversità: i ministri dell'ambiente riuniti nel Consiglio Ambiente tenutosi a Lussemburgo lo scorso 25 giugno, hanno adottato delle conclusioni relative al controllo e alla gestione delle specie esotiche invasive.
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