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Contrasto alla disoccupazione: le aspettative dei cittadini europei

24 luglio 2009

logo eurobarometroEurobarometro ha pubblicato i risultati della sua ultima indagine dalla quale emerge che il 61% degli europei ritiene che la crisi economica sia destinata a ripercuotersi ulteriormente sull'occupazione.

Di seguito, una breve sintesi dei risultati dell'indagine:

  • Sebbene un terzo degli occupati sia "molto preoccupato" dalla prospettiva di poter perdere il lavoro nel corso della crisi, il 72% ritiene che l'UE svolga un ruolo positivo nella creazione di nuove opportunità di lavoro e nella lotta alla disoccupazione e un terzo conosce l'esistenza del Fondo sociale europeo, il principale strumento di cui dispone l'UE per investire nelle risorse umane e mantenere al lavoro quanti lavorano.
  • Quanto al ruolo dell'UE sul fronte dell'occupazione, il 52% degli europei lo considera positivo e il dato sale notevolmente in rapporto a questioni specifiche: per il 78% l'UE ha un ruolo positivo nel migliorare l'accesso all'istruzione e alla formazione, per il 76% nella promozione della parità tra i generi, per il 73% nella lotta ad altre forme di discriminazione e per il 72% nella creazione di opportunità di lavoro e nella lotta alla disoccupazione.
  • Stando ai risultati dell'indagine, il 3,5% circa dei lavoratori europei ha vissuto personalmente l'esperienza della perdita del posto di lavoro a causa della crisi economica; il 24% conosce un collega che ha perso il lavoro e il 36% ha un amico o un familiare che è rimasto disoccupato.
  • I paesi più duramente colpiti dalla soppressione di posti di lavoro sono la Lettonia, la Lituania, la Spagna e l'Irlanda, mentre i paesi relativamente meno colpiti sono il Lussemburgo, la Grecia e i Paesi Bassi.
  • Un terzo dei lavoratori europei (32%) è "molto preoccupato" dalla prospettiva di poter perdere il lavoro, mentre sono ancora più numerosi quelli che temono che a perdere il lavoro siano il partner (38%) o i figli (47%). Il livello di preoccupazione è strettamente correlato ai dati sull'incidenza della soppressione dei posti di lavoro: i cittadini dei paesi più gravemente colpiti sono anche quelli che temono maggiormente ulteriori tagli occupazionali.
  • A spiegare e accentuare i timori di un calo dell'occupazione sta il fatto che almeno 6 europei su 10 ritengono che il peggio della crisi economica debba ancora venire e il numero è ancora più elevato nei paesi baltici (l'82% dei lettoni, il 76% degli estoni e il 74% dei lituani nutre questo timore).
  • È solo il 28% a pensare che il peggio sia passato: nei paesi che hanno attuato strategie globali in materia di flessicurezza, si registra, in prospettiva, una maggiore fiducia; il 45% degli svedesi e il 36% dei danesi ritengono che il peggio della crisi sia alle spalle.
  • Se dovesse cercare un nuovo lavoro, la maggior parte delle persone intervistate opterebbe per lo stesso tipo di lavoro nello stesso luogo, oppure in alternativa amplierebbe la propria ricerca ad altri luoghi mostrando così maggiore disponibilità a trasferirsi in un un'altra zona piuttosto che a cambiare tipo di lavoro.
    Circa un non occupato europeo su 4 afferma che accetterebbe qualsiasi lavoro: un risultato assai simile a quello del 2006.
  • La maggior parte degli europei ritiene che, in questi tempi, i due fattori più importanti per trovare con maggior facilità un nuovo posto di lavoro siano l'esperienza professionale e le qualifiche, seguite dall'adattabilità.
  • Nel complesso, un terzo degli europei (33%) conosce l'esistenza del Fondo sociale europeo (FSE), uno dei principali strumenti dell'UE a sostegno di chi rischia di perdere il lavoro a causa della crisi.
  • I paesi dove il Fondo è meglio conosciuto sono la Slovacchia (59%), il Portogallo (58%) e la Spagna (53%), mentre quello dove è meno conosciuto è la Danimarca (17%).
  • Un terzo delle persone intervistate ritiene che il bilancio del FSE, pari al 10% circa del bilancio dell'UE, sia troppo esiguo e solo il 5% pensa che sia eccessivo.


    Per saperne di più:
    Speciale Eurobarometro [in inglese]
    Sito Web della Commissione europea sulla dimensione sociale della crisi economica


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