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La Commissione europea propone un quadro europeo per le strategie nazionali di integrazione dei Rom, che contribuirà a orientare le politiche nazionali sui Rom e a mobilitare i fondi europei disponibili per le iniziative di inclusione. Il quadro si appoggia su quattro pilastri: accesso all'istruzione, all'occupazione, all'assistenza sanitaria e all'alloggio. Ogni Stato membro deve fissare i suoi obiettivi nazionali di integrazione in funzione della popolazione Rom presente sul suo territorio e della sua situazione di partenza.
I Rom in Europa vivono in condizioni socioeconomiche notevolmente peggiori di quelle del resto della popolazione. Un'indagine condotta in sei paesi dell'UE ha rivelato che solo il 42% dei bambini Rom completa la scuola primaria, rispetto a una media europea del 97,5%. Per l'istruzione secondaria, la frequenza dei Rom è stimata ad appena il 10%. Nel mercato del lavoro i Rom presentano tassi di occupazione più bassi e una maggiore discriminazione. Per quanto riguarda la situazione abitativa, spesso non hanno accesso a servizi essenziali come l'acqua corrente o l'elettricità. Anche dal punto di vista sanitario esiste un divario: la speranza di vita dei Rom è di 10 anni inferiore alla media dell'UE, che è di 76 anni per gli uomini e 82 anni per le donne.
L'integrazione dei Rom potrebbe offrire notevoli vantaggi economici. Con un'età media di 25 anni contro i 40 anni dell'UE, i Rom rappresentano una percentuale crescente della popolazione in età lavorativa. In Bulgaria e Romania, uno su cinque giovani che entrano per la prima volta nel mercato del lavoro è di origine Rom. Secondo le ricerche della Banca mondiale, la completa integrazione dei Rom potrebbe apportare un beneficio di circa 0,5 miliardi di euro l'anno alle economie di alcuni paesi, aumentando la produttività, tagliando le spese sociali e accrescendo le entrate fiscali.
L'UE ha già sottolineato più volte la necessità di una migliore integrazione dei Rom, da ultimo in una relazione dell'aprile 2010. La normativa europea (in particolare la direttiva sulla parità di trattamento) obbliga già gli Stati membri a garantire alle minoranze etniche, come i Rom, parità di accesso all'istruzione, all'alloggio, all'assistenza sanitaria e all'occupazione. Secondo una relazione pubblicata nel dicembre 2010 dalla task force della Commissione sui Rom, non esistono ancora misure energiche e proporzionate che affrontino i problemi sociali ed economici di gran parte della popolazione Rom nell'UE. Occorre adesso fare un passo avanti e garantire che le politiche d'integrazione nazionali, regionali e locali si concentrino sui Rom in modo chiaro e specifico.
Sulla base di queste constatazioni, il quadro dell'UE sviluppa un'impostazione mirata per l'inclusione dei Rom, fissando obiettivi in quattro settori:
Gli Stati membri devono presentare strategie nazionali sui Rom entro la fine del 2011, specificando il modo in cui intendono contribuire al raggiungimento di questi obiettivi. Il quadro è in linea con gli obiettivi più ampi della strategia Europa 2020 in materia di occupazione, inclusione sociale e istruzione. La realizzazione di questi obiettivi è essenziale per aiutare gli Stati membri a raggiungere i fini generali di Europa 2020.
La Commissione propone inoltre soluzioni per un uso più efficace dei fondi dell'UE che possono favorire l'integrazione dei Rom. Gli Stati membri sono invitati a modificare i loro programmi operativi cofinanziati dai Fondi strutturali e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale in modo da sostenere meglio progetti destinati ai Rom.
Per concludere, affinché il quadro UE per le strategie nazionali produca una differenza tangibile per i Rom a livello locale, la Commissione intende istituire un solido meccanismo di monitoraggio per misurarne i risultati. L'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali ha un ruolo fondamentale da svolgere, raccogliendo dati sulla situazione sociale ed economica dei Rom in collaborazione con altre organizzazioni. Gli Stati membri sono invitati a designare punti di contatto nazionali incaricati di gestire e monitorare l'attuazione delle strategie nazionali di integrazione dei Rom, e di riferire in proposito. La Commissione europea a sua volta pubblicherà relazioni annuali sui progressi compiuti negli Stati membri.
Nell'estate 2010 la Commissione europea ha dichiarato pubblicamente che i Rom, in quanto cittadini dell'UE, devono poter godere pienamente dei diritti e rispettare pienamente gli obblighi derivanti dal diritto dell'UE (SPEECH/10/428 e MEMO/10/502).
Per saperne di più:
sito web della Commissione europea, DG Occupazione Affari Sociali e Inclusione - L'UE e i Rom