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Nel 2012 le donne sono avanzate in modo considerevole nei consigli di amministrazione delle aziende dell'Unione Europea. Lo rivelano i dati diffusi dalla Commissione UE, secondo i quali nel gennaio 2013 le signore che siedono ai vertici aziendali sono il 15,8%. Un anno fa esatto, erano il 13,7%. Si tratta di dati 'intermedi', il rapporto completo sulle donne ai vertici aziendali verrà presentato nel prossimo mese di aprile.
La quota delle poltrone "rosa" nei consigli di amministrazione è cresciuta in tutti i 27 Stati membri, ad eccezione di Polonia, Irlanda e Bulgaria. E l'Italia, che insieme alla Francia ha già introdotto a livello nazionale le norme sulle quote rosa, registra il balzo maggiore: +4,9% rispetto a un anno fa, per un totale dell'11% di donne nei consigli d'amministrazione. Record anche in Francia, dove le donne che siedono nei cda delle prima 40 società quotate alla borsa di Parigi sono attualmente il 25%, con un aumento del 2,8% in soli 10 mesi, tra il gennaio e l'ottobre 2012.
Proprio la legge varata in Italia nel 2011 ed entrata in vigore nell'estate del 2012 viene indicata come particolarmente efficace: prevede che un terzo dei consigli direttivi e di sorveglianza dovrà, entro il 2015, essere femminile. Al momento del primo rinnovo degli organi di governo delle società, è concesso che le donne siano un quinto dei consiglieri.
Anche l'UE si vuole dotare di una normativa ad hoc e la Commissione ha adottato nel novembre 2012 una proposta di direttiva che fissa come obiettivo minimo una quota del 40% di amministratori non esecutivi del sesso sottorappresentato entro il 2020 per le società europee quotate e entro il 2018 per quelle pubbliche. La proposta è all'esame del Parlamento europeo e del Consiglio UE.
Per saperne di più:
Proposta di direttiva della Commissione europea
Banca dati della Commissione europea "Women & men in decision making"
Sondaggio di Eurobarometro sulle parità di genere